Come accade sempre più spesso, Varsavia non è stata una meta che abbiamo scelto, ma semplicemente ,una ottima offerta volo, che ci ha convinto essere la nostra prossima destinazione.
Dopo di tutto, la Polonia è uno di quei paesi che non avevamo ancora avuto occasione di visitare, quindi perché non approfittarne?
Così, un sabato mattina all’alba, siamo all’aeroporto di Bologna, pronti per partire per il nostro primo week end polacco (eh si, perché spero ce ne siano degli altri).
Atterriamo dopo due ore esatte a Modlin, l’aeroporto secondario della città, servito completamente da Ryanair e situato in piena campagna polacca.
La soluzione più rapida per raggiungere la città è acquistare il biglietto per il bus che in 45/60 minuti vi porta in centro; è possibile farlo anticipatamente anche attraverso il sito ModlinBus, usufruendo anche di maggiori sconti; in ogni caso si può acquistare anche sul mezzo.
La moneta polacca è lo Zloty (pln); 1 € vale all’incirca 4 pln (giugno 2018).
Quando utilizzate la carta per le vostre spese chiedete di pagare in zloty (la maggior parte delle volte sarà lo stesso commesso a chiedervelo), questo perché è probabile che il cambio applicato dalla vostra banca sia più favorevole rispetto a quella del commerciante.
In alcuni negozi (tipo Hard Rock Cafè) il commesso lo fa in automatico.
Il costo della vita in Polonia, per noi, è abbastanza basso ma attenzione: essendo Varsavia comunque una città turistica, è facile incappare in qualche fregatura.
La fermata del ModlinBus è presso il Palazzo della Cultura e della Scienza.
Questo enorme palazzo (Palac Kultury i Nauki) è un “regalo” di Stalin al popolo polacco che gli abitanti di Varsavia non hanno mai particolarmente amato.
Al suo interno ci sono un cinema, un centro congressi, due musei, un’università oltre ad uffici ed aree residenziali.
Al 30° piano si trova una terrazza panoramica visitabile al costo di 20pln (circa € 5,00); di notte il palazzo si illumina.
Grazie al cambio molto favorevole ne abbiamo approfittato per soggiornare al Mercure Warsawa Centrum, a pochi metri dal Palazzo della Cultura e della Scienza, un ottimo quattro stelle.
Lasciate le valige e dato un occhiata veloce alla bella e confortevole camera, siamo pronti ad immergerci nella bella Varsavia.
PRIMO GIORNO
La prima tappa della visita è Stare Miasto, il centro storico di Varsavia.
La particolarità della città vecchia, patrimonio dell’Unesco, è che in realtà è stata completamente ricostruita dopo aver subito i bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.
Ed è stata esattamente ricostruita identica all’originale grazie ai dipinti del Canaletto.
Arriviamo alla piazza del Castello dove, appunto, oltre al Castello Reale si può ammirare la Colonna di Sigismondo o per pochi euro salire la scala a chiocciola che porta sul campanile di Sant’Anna.
Ovviamente abbiamo optato per questa soluzione.
Nonostante il campanile non sia altissimo (meno male visto che la salita si deve fare a piedi) il panorama è molto bello.
Continuando la nostra passeggiata, arriviamo alla Wishing Bell; una campana in un angolo di piazza Kanonia dove si dice che bisogna esprimere un desiderio e girarci attorno tre volte perché si avveri.
La piazza del mercato o Rynek è talmente graziosa da sembrare quasi finta; i palazzi che la circondano finemente decorati danno l’impressione di case delle bambole.
Al centro la statua di una sirenetta che difende la città con la sua spada e con lo scudo.
Un’altra curiosità della piazza è la presenza della targa raffigurante il Leone di San Marco davanti alla casa che fu di un mercante veneziano; la targa fu trafugata e allora la città di Venezia, pochi anni fa, ne regalò una uguale a Varsavia.
A conclusione della visita al centro ci soffermiamo al Barbacane, il bastione a protezione dell’accesso alla città, dove è possibile anche passeggiare lungo i camminamenti di ronda.
Ritorniamo verso la piazza del Castello e proseguiamo verso la Strada Reale (il nome della strada ” Krakowskie Przedmiescie” tradotta in italiano significa sobborgo di Cracovia).
Lungo la strada si può ammirare il palazzo Presidenziale, la chiesa della Croce Rossa dove in una colonna si trova l’urna contenente il cuore di Chopin, il monumento a Copernico e il palazzo della Società scientifica.
Palazzo Presidenziale
Holy Cross
Copernico
Lungo la via troverete anche alcune delle panchine sonore dedicate al compositore Polacco; schiacciando il pulsante potrete deliziarvi con una delle sue composizioni.
Deviamo dalla strada principale per raggiungere il museo di Chopin per ammirare il murales che si trova proprio lì dietro.
La Capitale Polacca è piena di opere di street art molto interessanti; mi raccomando occhi aperti!
Procediamo nel cammino, per raggiungere il Parco Lazienky, l’enorme polmone verde della città.
Varsavia è una capitale estremamente green; troverete parchi e giardini ad ogni angolo.
Dopo meno di un chilometro ci fermiamo per fare una breve passeggiata nel cortile del museo delle armi polacche; l’accesso a questa area è gratuita e contiene alcune armi e mezzi militari tra i quali un bellissimo esemplare di Mig 29 Fulcrum.
La prima cosa che vediamo all’ingresso del parco Lazienky è un piccolo giardino a tema giapponese.
Il tempo è un po’ incerto e in alcuni momenti scende la pioggia altrimenti sarebbe stato bellissimo noleggiare una bici per girare con calma il parco.
Tra le cose da vedere: il Palazzo sull’acqua, l’anfiteatro, il monumento a Chopin e il Palazzo Belvedere.
Usciamo dal parco e ci dirigiamo verso il Politecnico.
L’obiettivo è riuscire a salire sulla terrazza della biblioteca, che ospita un giardino pensile, ma siamo arrivati dopo la chiusura..
A poca distanza si trova il mercato di Hala Koszyki.
Mercato coperto a Varsavia – ivm
Visto la mia passione per i mercati coperti non potevo assolutamente perdermelo; ma se volete saperne di più leggete qui il mio post a loro dedicati.
Ormai stanchissimi ritorniamo sui nostri passi.
Raggiungiamo il Palazzo della Cultura e della Scienza e saliamo ad ammirare il panorama; il cielo è nuvoloso e non riusciamo a vedere il tramonto ma la vista è comunque incantevole.
Nonostante non amiamo particolarmente i centri commerciali, vi segnaliamo lo Zloty Tarasy, vicino alla stazione centrale, per il particolare soffitto a vetro.
SECONDO GIORNO
Sotto una leggera pioggia inizia la nostra seconda ed ultima giornata in città, dedicata quasi completamente alla visita del ghetto ebraico.
Varsavia ospitava, prima della seconda guerra mondiale, il quartiere ebraico più grande di tutta l’Europa, chiamato Muranow.
Nel 1940 i tedeschi edificarono tutto attorno al quartiere un muro di mattoni alto tre metri, confinando i 380.000 ebrei in questo ghetto.
Per rendersi conto dell’immane tragedia che ha vissuto questa città, bisogna tenere presente, che alle fine del conflitto, i sopravvissuti erano poco più di 50.000.
Per vedere una parte del muro, scampato ai bombardamenti tedeschi, bisogna entrare al civico 62 di Ul.Zlota.
Qui troverete due pezzi del muro originario e la piantina di come fosse in origine il quartiere.
Da qui procediamo fino alla Sinagoga; oltre ad essere un luogo di culto è anche un centro di cultura ebraica.
E’ possibile visitarla tutti i giorni, tranne il sabato, al costo di 10 pln.
Noi abbiamo anche assistito all’intonazione di alcuni canti.
La tappa successiva è uno dei pochi edifici sopravvissuti ai bombardamenti.
Dietro al più grande murales di Varsavia dove campeggia la scritta “Kamienico”, che vuol dire “casa della città”, troverete appunto questo edificio.
All’incrocio tra la Zelazna e la Grywboska invece si trova una parte del muro che comprendeva uno degli accessi al ghetto.
Poco distante il ponte della memoria.
Quattro colonne a ricordo del ponte che fu fatto costruire dai tedeschi per unire il ghetto piccolo al ghetto grande.
In due colonne è possibile vedere le foto di come fosse il ponte all’epoca.
Dietro l’angolo potete vedere la Keret House, la più piccola casa di Varsavia, anche se in realtà poco si vede; potrebbe semplicemente sembrare la grata di qualche condizionatore industriale.
Sotto una pioggia battente prendiamo un bus e raggiungiamo il cimitero ebraico.
Questo luogo ci ha lasciato veramente senza fiato; è il cimitero ebreo più grande d’Europa.
La quantità di lapidi sparse ovunque è incredibile; anche questo fu parzialmente distrutto dalla furia tedesca ed è grazie ad un grandissimo lavoro di restauro che oggi noi possiamo visitare questo luogo; ancora oggi in uso.
Oramai il nostro tempo a disposizione per la città sta per scadere.
Concludiamo visitando il monumento al bunker e il monumento agli eroi del ghetto; non abbiamo visitato il museo della storia degli ebrei polacchi, che sicuramente avrebbe meritato, a causa del poco tempo a disposizione.
Dopo un ultimo giro a Stare Miasto riprendiamo il bus che ci riporta all’aeroporto per rientrare a casa.
MANGIARE A VARSAVIA
Assolutamente da non perdere i Pierogi, delle specie di ravioli, alla piastra, fritti o in brodo, con vari ripieni come crauti, formaggio e carne trita.
A me è particolarmente piaciuta la Barszcz (praticamente impronunciabile), una zuppa di barbabietola con dentro dei ravioli di carne e funghi.
Ottimo anche il Bigos, uno stufato a base di carne con crauti, prugne, cavolo e molte spezie.
Buone le birre locali ed ovviamente la vodka polacca.
Varsavia è una città che mi ha conquistato, non vedo l’ora di visitare qualche altra città polacca.
Purtroppo Varsavia non mi ha mai ispirato, nè prima nè adesso. Rimango contento della mia scelta di visitare Breslavia (Wroclaw), un gioiellino.
E visiterei volentieri Danzica, secondo me è un posto speciale!
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2 commenti
Pietrolley
Purtroppo Varsavia non mi ha mai ispirato, nè prima nè adesso. Rimango contento della mia scelta di visitare Breslavia (Wroclaw), un gioiellino.
E visiterei volentieri Danzica, secondo me è un posto speciale!
Manu
Io non ho termini di paragone perché per ora ho visto solo Varsavia. Però mi è piaciuta.
Danzica incuriosisce tanto anche me.