Terezin, storia di un campo di concentramento
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Terezin, storia di un campo di concentramento

Nella realizzazione del mio itinerario a Praga ho voluto fortemente inserire la visita a questo sito.

Terezin ( Theresienstadt ) ha una storia molto particolare che ha la necessità di essere raccontata.

Terezin, storia di un campo di concentramento

Innanzitutto qualche informazione pratica per raggiungerla.

Questa località si trova ad una sessantina chilometri dalla città di Praga e si raggiunge in circa 45/60 minuti di viaggio.

Ovviamente se avete un automobile la potrete comodamente raggiungere ma se, come me, arrivate con l’aereo, l’unica soluzione economica è utilizzare l’autobus.

Parlo di soluzione economica perché su internet, con una breve ricerca, troverete tantissime proposte di tour belli e pronti con viaggio, visita e guida.

Io come al solito ho preferito fare tutto da sola.

Ma partiamo con ordine.

Innanzitutto, viaggiando con i bambini, era mio interesse avere in loco una guida parlante italiano per essere certa che anche per loro potessero capire quello che è successo qui.

Sul sito ufficiale di Terezin è possibile prenotare una visita nella lingua preferita: basta indicare, giorno, orario, il numero dei partecipanti, i vostri dati e dopo alcuni giorni vi arriverà, tramite email, la conferma della vostra richiesta.

Partendo dal centro di Praga, bisogna raggiungere la stazione di Nadrazi Holésovice tramite la Metro C e all’uscita trovate la pensilina dalla quale parte l’autobus per Terezin.

Per gli orari esatti potete consultare il sito di BusLine: vi basterà inserire Praga come partenza e Terezin come destinazione, il giorno e l’orario per vedere tutte le partenze.

Potete procedere allo stesso modo anche per i ritorni in città.

Il biglietto lo potete acquistare sul sito o direttamente quando salite sull’autobus.

Le fermate a Terezin sono due.

La prima, alla piccola fortezza, mentre la seconda in centro città, proprio a pochi metri dal museo del ghetto dove potrete fare il biglietto per vedere tutti i siti storici.

STORIA DELLA CITTA’

Terezin non è nata come ghetto né come cittadina.

Terezin, storia di un campo di concentramento

Era una fortezza realizzata, attorno alla fine del 1700, dall’esercito austriaco, divisa in due aree: la piccola fortezza che era stata realizzata per essere una prigione e la grande fortezza che era una città militare con l’obiettivo di proteggere Praga dagli eventuali attacchi dei prussiani.

Già durante la prima guerra mondiale, la piccola fortezza si trasformò in un campo di concentramento dove vennero imprigionati, oltre i tanti deportati dalla Russia, anche il serbo-bosniaco Gavrilo Princip autore dell’attentato di Sarajevo che scatenò appunto il primo conflitto mondiale.

Una targa ricorda la sua presenza alla piccola fortezza dove morì di tubercolosi.

TEREZIN DIVENTA GHETTO

Terezin, storia di un campo di concentramento

Nel 1939 i nazisti invadono il territorio della Boemia dove si trova la capitale Praga ed iniziarono anche qui ad imporre le loro leggi razziali che vedevano gli ebrei privati di ogni loro proprietà ma anche di ogni minimo diritto.

Vennero ammassati in luoghi di transito in attesa di essere deportati verso i campi di concentramento e sterminio.

Uno di questi luoghi di transito, fu Terezin.

La sua particolare conformazione, l’ha resa un luogo ideale per gli scopi nazisti perché protetta da alte mura che, in questo caso, servivano per non permettere di scappare a chi vi era imprigionato.

Nonostante questo luogo fosse stato creato per ospitare circa 5.000 persone, i nazisti vi obbligarono a vivere tra i 30 e 40.000 ebrei: uomini, donne, anziani, ragazzi e bambini.

Terezin, storia di un campo di concentramento

Prima deportati solamente dalla Boemia poi, successivamente, da tutta Europa.

Questo luogo fu anche il set per la propaganda nazista.

Qui venne girato un documentario dove si faceva credere che gli ebrei, obbligati a vivere nel campo, fossero invece felici e grati ai nazisti della loro situazione.

Il titolo del documentario “Il Fuhrer regala una città agli ebrei”.

Questo documentario aveva molteplici scopi: far credere al popolo tedesco, allo stremo per la guerra, che gli ebrei vivessero una condizione molto più favorevole che la loro, aumentando l’odio verso questa popolazione e per le diplomazie degli altri paesi a cancellare l’idea che i nazisti volessero eliminare le persone solo sulla base della loro razza.

C’è da dire che i nazisti sono i veri precursori delle fake news e purtroppo erano anche molto bravi.

Volete sapere quale fu il ringraziamento per il regista e tutti quelli che collaborarono a creare il video propaganda?

Un viaggio di sola andata ad Auschwitz.

Terezin, storia di un campo di concentramentoIl documentario lo troverete con una breve ricerca su internet: guardatelo.

Quelle persone non ci sono più, sparite in un attimo, per la follia di un uomo con un idea.

Un uomo che pensava di essere meglio degli altri.

Terezin era un luogo di disperazione ma anche di speranza.

Sembra strano parlare di speranza quando ci si trova in attesa di essere portati in un campo di sterminio.

Ma la speranza c’era perché molti non sapevano dove sarebbero andati e quei pochi a conoscenza non aveva il coraggio di togliere la speranza agli altri.

Verso la fine del 1944 i nazisti decisero di far sparire le tracce di quanto avvenuto.

In pochissimo tempo 11 convogli partirono verso Auschwitz deportando tutta la popolazione, tra cui soprattutto giovani.

 

Dei 15.000 bambini e ragazzi solo 142 riuscirono a tornare a casa.

Molti morti a Terezin vennero cremati e le ceneri disperse nel fiume.

TEREZIN OGGI

Questi numeri fanno male.

Terezin, storia di un campo di concentramento

Come fa male vedere come un essere umano ha costretto a vivere un altro essere umano.

Il museo e la piccola fortezza vi danno la misura di questo enorme orrore avvenuto sotto gli occhi degli uomini.

Vi colpiranno come pugnalate i tantissimi disegni fatti dai bambini che hanno dovuto soggiornare in questo luogo.

Quanti, purtroppo, non sono sopravvissuti.

Percorrerete il tunnel della morte con il cuore che batte così forte da sentirlo nelle orecchie.

Terezin, storia di un campo di concentramentoAccarezzando quei muri, sentirete la disperazione assorbita da questi luoghi.

Terezin piange di dolore in ogni istante, nonostante i palazzi colorati.

Terezin è luogo di memoria: è un luogo che dovete visitare perché la storia non si può dimenticare.

Le guide locali sono bravissime, vi spiegheranno tantissime cose, aneddoti, racconti di come si viveva che, volontariamente, ho deciso di non descrivervi. Ritengo sia importante, come lo è stato per me e per la mia famiglia, venire a conoscenza di certe informazioni mente si visitano i luoghi dove sono avvenuti. Le mie parole non riuscirebbero a rendere la gravità, il dolore e la sofferenza di ciò che è avvenuto.

Manu

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Ingresso a Terezin

2 commenti

  • Ale

    Ogni volta, ogni singola volta che leggo di ciò che quell’uomo e i suoi seguaci sono stati capaci di fare, mi chiedo se davvero il diavolo non sia tra di noi. Non è possibile pensare di cancellare tante vite umane con un semplice gesto. E il fatto che un’intera nazione si sia lasciata guidare da un tale demonio, mi fa pensare che l’intelligenza, l’onore e la responsabilità siano concetti e doti davvero rare.
    Non sono ancora riuscito ad entrare in un campo di concentramento, so che ne uscirei devastato.

  • Manu

    Confermo. Se ne esce devastati. Ma la ritenevo una visita necessaria soprattutto per i bambini. L’anno scorso siamo stati a casa di Anne Frank dopo aver letto assieme il diario. E anche il quell’occasione ne siamo usciti scossi.

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